Super bonus 110%:
Effetti e strategie 

di Carlo Petrovich e Nicolò Andrea Labanti
3 aprile 2023

Il Super bonus e le altre agevolazioni del governo per il miglioramento dell'efficientamento energetico degli edifici si inseriscono in una strategia europea di riduzione delle emissioni di gas serra. Gli edifici sono infatti responsabili del 36% delle emissioni a livello europeo. Al di là degli errori e delle numerose difficoltà generate dai continui cambi normativi, il super bonus rimane uno strumento strategico non solo per ridurre l’impatto ambientale, ma anche per promuovere occupazione e sviluppo economico, ridurre la dipendenza energetica e le importazioni di gas, diminuire i costi delle bollette energetiche, incrementare il valore degli immobili. Per rendere la manovra compatibile con il debito pubblico, è necessario ottimizzare le agevolazioni statali, con priorità agli edifici più energivori, in azione sinergica con le amministrazioni locali.



Il Superbonus 110% è l’agevolazione fiscale introdotta dal decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. 

L'obiettivo che si è posto il Superbonus 110%, così come gli altri bonus già esistenti, è quello di stimolare il mondo dell'edilizia, risanare immobili logori e di vecchia data e ridurre le emissioni di CO2 degli edifici.



Impatto sul mondo del Lavoro 


L’impatto che il Superbonus 110% ha avuto nel mondo del lavoro è stato notevole. Infatti il numero di imprese, di diversa natura giuridica, che operano nelle costruzioni, era sempre in calo: nell’anno 2011 erano registrate circa 910.710 imprese mentre nell’anno 2019 erano registrate circa 828.818 imprese. Lo scenario è cambiato e le imprese sono tornate a crescere nell’anno 2020 nel quale erano registrate 832.247 imprese, nell’anno 2021 845.336 imprese e nel 2022 842.388 imprese.

Prevalgono le Imprese individuali (55%) e la presenza delle imprese al Sud e nelle Isole (30%). 


Secondo uno studio di Nomisma l’impatto sull’aumento della occupazione a Novembre 2022 è risultato essere di:


È stato valutato che ogni produzione aggiuntiva di 1 mld di euro in costruzioni produce un incremento di 16.402 unità di lavoro nette.



Impatto Economico 


Il numero delle asseverazioni a dicembre 2022 del Superbonus 110% sono 359.440 con un totale di investimento ammesso in detrazione di 62,5 miliardi:



Di questi 62,5 miliardi, 46,6 miliardi € sono lavori conclusi ammessi a detrazione, ovvero il 74,6 %.

La misura del Superbonus al 110% ha registrato un valore economico di 195,2 miliardi di euro di cui:



Per la preoccupazione sugli effetti delle spese dello Stato (e quindi sul debito pubblico), il governo a inizio 2023 ha ristretto i benefici della manovra, riducendo anche la possibilità di cessione del credito. Uno studio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti calcola che il 43% della spesa dello Stato per il Super bonus ritorna in entrate fiscali dovute al volano economico generato dagli interventi edilizi. Questo studio si differenzia in maniera consistente dalle previsioni della Ragioneria Generale dello Stato e da altri studi. Una convergenza e maggiori approfondimenti su questi aspetti sarebbero fondamentali per analizzare in maniera corretta e trasparente il rapporto costi-benefici dell’intervento. 



Impatto Ambientale


Il valore ambientale è un altro di quei tasselli importanti per capire appieno l’impatto che ha il Superbonus 110%. Il documento Global Status Report for Buildings and Construction pubblicato dalla Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC) rileva che nel 2020 gli edifici e il settore delle costruzioni hanno rappresentato il 36% del consumo globale di energia e il 37% delle emissioni di CO2 globali legate alle emissioni. 

Il consumo italiano di energia nel settore residenziale, sempre in crescita dal 1990, finalmente decresce dal 2010 ad un tasso medio annuo di -1,4%, proprio grazie a diverse azioni per il miglioramento dell’efficienza energetica, sia normative (requisiti minimi per le nuove costruzioni) che finanziarie/fiscali tramite incentivi.


Dal 2019 al 2022 l’impatto degli interventi eseguiti con il Superbonus 110% sul patrimonio esistente ha ridotto le emissioni di 1,42 milioni di tonnellate di CO2. Gli edifici sottoposti a intervento hanno registrato una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 e un risparmio in bolletta tra il 31% (con un salto di 2 classi energetiche) e il 46% (salto di 3 classi) (fonte Nomisma). 


Il rapporto annuale di efficienza energetica redatto da ENEA (2022) stima che il risparmio energetico, conseguito alla data del 30/09/2022, è pari a 9.410,5 GWh/anno. Sebbene i contributi di risparmio energetico annuo per ora siano percentualmente bassi, le proiezioni indicano che al 2030, i risparmi nel consumo energetico annuo degli edifici residenziali, considerando anche gli effetti di altri interventi (Ecobonus e Bonus casa), e assumendo che si ripetano i risultati del 2021, potrebbero essere più del 15%. 



Una visione complementare: la sinergia con le amministrazioni locali e con la digitalizzazione


Quello che c’è di certo nel Superbonus 110% è che non esiste un'unica verità e non esiste un’unica linea guida per tutti che proponga un miglioramento generico universale.

In Italia ogni tecnico, ogni impresa, ogni operatore del settore, effettua considerazioni soggettive e, in base alla zona e al territorio in cui si lavora, rende i progetti diversi tra di loro; migliorare energeticamente un condominio in Sicilia è diverso che farlo in Trentino, così come quando parliamo di città, di campagna o di montagna. Sul Superbonus 110% quello che si può dire con certezza è che l’impatto economico è alto e che il risparmio energetico, per quanto buono, spesso comporta tempi molto lunghi per il ritorno dell’investimento.


Una visione complementare può essere definita dal governo assegnando maggior spazio alle amministrazioni regionali e locali a stimolare i miglioramenti energetici proprio dove c'è più bisogno, aiutando il mercato immobiliare e agevolando gli investimenti da parte delle imprese e degli investitori.

Le zone possono essere scelte utilizzando dati ed analisi tecniche già in possesso degli enti locali o regionali o comunque facilmente reperibili, tra cui:



Inoltre sarebbe molto utile garantire corsi specializzati incentivando gli istituti, le associazioni, gli ordini professionali a investire sulla formazione dei propri tecnici così da consolidare e sviluppare le necessarie competenze.

In questo modo, proprio nell’ottica del consumo di suolo zero, gli investimenti immobiliari vengono eseguiti sul patrimonio esistente, aumentando anche il valore stesso del patrimonio immobiliare.

Per i centri storici la questione è diversa, si pensi anche a Bologna, nella quale è difficile alterare lo stato dei luoghi con interventi come cappotti esterni e pannelli solari. Ecco perché, particolarmente in Italia rispetto ad altri stati UE, il ragionamento dovrebbe essere rivolto a modifiche di impianti termici, laddove non ci siano pregi storici nelle unità immobiliari: cappotti interni, infissi in legno con vetrocamera senza alterazioni delle facciate, in definitiva intervenire con miglioramenti oggettivi laddove è possibile, con le modalità che il tecnico ritiene più opportune nei diversi casi. 

Un ulteriore supporto strategico può essere fornito dall'intelligenza artificiale e dalle Internet of Things (IoT). Gli enti locali e regionali, con l’aiuto di esperti del settore informatico e della tecnologia, possono sviluppare soluzioni tipiche di una Smart City (la “città intelligente”), ovvero “un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese “La Smart City” potrebbe aiutare ad identificare gli edifici sui quali intervenire, quali migliorare, individuare le zone più popolose, in maniera tale da ridurre gli sprechi energetici.



Le Case Green - Unione Europea


Una visione complementare dovrebbe averla anche la U.E., agevolando con fondi europei la normativa “Casa Green”. La direttiva prevede il passaggio alla classe energetica E per tutti gli immobili residenziali dei 27 Paesi membri entro il 2030 (e alla classe D prima del 2033) e desta preoccupazioni soprattutto in Italia, dove la gran parte degli stabili è in classe G, la più bassa.

La fotografia degli attestati di prestazione energetica mostra che nel 2021 il 34% degli immobili era in classe G, il 23,8% in classe F e il 15,9% in classe E. Le classi più efficienti (dalla D alla A) pesano solo per circa il 26% del totale. Insomma, più di metà del patrimonio immobiliare (classi G ed F) andrebbe ristrutturato entro il 2030. Numeri altissimi, se pensiamo che queste misure riguardano 12,2 milioni di edifici residenziali oggi presenti in tutto il paese, in base ai dati Istat riportati dall’Ance. 



Conclusioni


La manovra Superbonus ha generato, con continui travagliati cambi normativi, notevoli difficoltà e incertezze per le imprese anche nella gestione della cessione del credito. I cambi di implementazione, la quota percentuale di detrazione e i costi sono oggetto di ampia discussione, con addirittura il rischio di un effetto boomerang, con imprese che rischiano la crisi invece che essere incentivate economicamente, come negli obiettivi iniziali. Ciononostante, agevolazioni per riqualificare energeticamente gli edifici rimangono necessari per raggiungere gli obiettivi di riduzione di emissioni di gas serra a livello italiano ed europeo (taglio delle emissioni del 55% per il 2030, rispetto al 1990). Il super bonus rimane uno strumento strategico anche per ridurre la dipendenza energetica estera e le importazioni di gas (soprattutto russo), promuovere occupazione e sviluppo economico (incentivando ristrutturazioni in Italia e non acquistando fonti fossili estere), ridurre le bollette e la vulnerabilità energetica (mettendo maggiormente al riparo dalle grandi fluttuazioni dei prezzi del gas). Si consideri che la povertà energetica (famiglie a basso o nessun reddito che faticano a pagare le bollette) riguarda l’8% delle famiglie italiane. Inoltre il valore degli immobili viene incrementato grazie alle ristrutturazioni (Nomisma stima 7 miliardi di euro di incremento). 

La manovra deve essere resa certa e affidabile, semplificata a livello statale, e gli enti regionali e locali devono avere maggiori capacità decisionali. Gli amministratori condominiali e i cittadini devono essere maggiormente coinvolti e formati.



Bibliografia

ENEA - Ministero della Transizione Ecologica, Report dati mensili del 31/12/2022

ENEA, Rapporto annuale efficienza energetica, Dicembre 2022.

Fondazione Nazionale dei Commercialisti, Tommaso Di Nardo, Pasquale Saggese, Enrico Zanetti, L’IMPATTO ECONOMICO DEL SUPERBONUS 110% E IL COSTO EFFETTIVO PER LO STATO DEI BONUS EDILIZI, 22 Dicembre 2022.

The Global Status Report for Buildings and Construction 

UN Environment Programme (UNEP) -  Global ABC

Lavoceinfo, Giuseppe Pisauro, Un Superbonus distorsivo e poco sostenibile, 29/06/2022, https://lavoce.info/archives/91831/un-superbonus-distorsivo-e-poco-sostenibile/

Dati imprese sul territorio Italiano

Movimprese condotta da InfoCamere, per conto dell'Unioncamere

Nomisma “110% monitor” del Novembre 2022, Marco Marcatili Responsabile Sviluppo 

Nomisma, https://www.nomisma.it/superbonus-nomisma-comunicato-stampa/