RAEEVOLUTION! 

di Gabriele Puzzo
20 Aprile 2023

La sfida del riciclo dei rifiuti elettronici in azienda. 


La crescita esponenziale dell'industria tecnologica e la promozione della digitalizzazione hanno causato una vera e propria “crisi dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)”, che vede consumatori e aziende farsi carico del conferimento dei propri dispositivi diventati ormai obsoleti. La cosiddetta “crisi dell’e-waste” diventa apparente nel momento in cui consideriamo che la generazione di rifiuti elettronici è salita alle stelle in seguito all'accelerazione digitale degli ultimi 3 anni, dovuta anche alla pandemia da COVID-19. I dati parlano chiaro: in tutto il mondo, nel 2022, sono state prodotte 60 milioni di tonnellate di RAEE; le proiezioni dell’UE ci informano che questa quantità è destinata ad aumentare a un tasso di 2 milioni di tonnellate all’anno, col rischio di raggiungere 75 milioni di tonnellate di RAEE prodotti solo nel 2030. 


I dati sulla produzione dei RAEE in Europa non differiscono dall’andamento globale appena descritto. Chi vive in Europa produce una media di 16,2 kg pro capite all'anno: più di Australia (16,1 kg), America (13,3 kg), Asia (5,6 kg) e Africa (2,5 kg). Le infrastrutture attualmente presenti nel territorio europeo non sembrano essere in grado di raccogliere e smaltire una tale quantità. Inoltre, sembra che i cittadini europei fatichino a mettere in atto comportamenti di conferimento e riciclo di questi rifiuti: in una recente rilevazione dell’European House Ambrosetti (in collaborazione con Erion WEEE), il 41,7 % delle persone europee intervistate ha dichiarato che “tiene sempre i RAEE che possiede a lungo”, il 36,5 % che “non ripara i propri RAEE quando si rompono” e più del 70% non acquista prodotti elettronici di seconda mano.  


Un conferimento e smaltimento scorretto dei RAEE può arrecare gravi danni all’ambiente e alla salute delle persone. Questi rifiuti contengono infatti sostanze potenzialmente nocive e inquinanti, come metalli pesanti (tra cui mercurio, piombo, cadmio e cromo esavalente) e ritardanti di fiamma bromurati. Nei luoghi in cui vengono abbandonati i Raee, la dispersione di queste sostanze può causare gravi problemi di inquinamento dell'aria, del suolo e delle riserve di acqua sotterranea, contribuendo all'insorgenza di malattie gravi come il cancro. 


Le sostanze contenute nei RAEE, che rientrano nella categoria delle Materie Prime Critiche (Critical Raw Materials, CRM) hanno inoltre un’importanza strategica cruciale per l’economia italiana ed europea. La produzione industriale italiana dipende per 564 miliardi di euro (circa un terzo del PIL al 2021) dall'importazione di CRM provenienti da paesi non appartenenti all'Unione Europea. Questa dipendenza è ulteriormente amplificata dall’attuale conflitto russo-ucraino, in quanto la Russia è uno ei principali esportatori in Italia di Palladio (35%), Rodio (33%), Platino (28%) e Alluminio primario (11%). L'importanza di tali materie prime non riguarda solo l'Italia, ma coinvolge l'intera Unione Europea, in cui le CRM contribuiscono a generare oltre 3 trilioni di euro in settori innovativi ad alto potenziale (turbine eoliche, pannelli fotovoltaici, batterie). Tuttavia, l'approvvigionamento di queste risorse dipende ancora da paesi terzi come la Cina, primo fornitore di CRM in Europa (44% del totale). 


Un corretto conferimento e riciclo dei RAEE tramite l’economia circolare potrebbe contribuire ad attenuare la dipendenza di importazione delle CRM appena descritta. Ad esempio, l'urban mining è una pratica di economia circolare che prevede un processo di recupero e riciclaggio di materie prime critiche presenti nei RAEE e nei materiali provenienti dagli insediamenti urbani. Se l'Italia fosse in grado di raggiungere il livello di raccolta dei paesi europei più efficienti (70-75%), sarebbe possibile recuperare 7,6 mila tonnellate di Materie Prime Critiche, corrispondenti all'11% di quelle importate dalla Cina nel 2021. Ciò comporterebbe una notevole riduzione delle importazioni, generando un vantaggio economico pari a 14 miliardi di euro, e benefici ambientali, tra cui una riduzione di quasi 1 milione di tonnellate di CO2. Questi benefici avrebbero un impatto sociale stimato di circa 208 milioni di euro a vantaggio della comunità.


Incentivare un corretto conferimento dei RAEE tra i cittadini e le aziende è quindi una delle sfide più complesse e importanti per l’Italia e l’Unione Europea. Lo smaltimento corretto dei RAEE in azienda (RAEE professionali) richiede una particolare attenzione, poiché le organizzazioni responsabili della produzione di tali rifiuti devono essere in grado di dimostrare che sono stati gestiti adeguatamente per evitare il rischio di sanzioni. Tutte le attività produttive utilizzano una vasta gamma di dispositivi elettronici, come computer, monitor, fotocopiatrici, scanner e altri strumenti di lavoro, oltre a oggetti come climatizzatori, piccoli frigoriferi per i dipendenti, macchine per il caffè e così via. Questi dispositivi, a causa della loro natura, diventano rapidamente obsoleti e devono essere sostituiti con una certa frequenza. 


Tuttavia, i RAEE professionali non possono essere smaltiti presso le stazioni ecologiche o strutture di raccolta comunali, ma devono essere consegnati a operatori specializzati che rilasciano una dichiarazione attestante l'accettazione degli oggetti e forniscono i dati relativi all'impianto di trattamento in cui verranno smaltiti. Di solito, questi operatori si occupano anche di compilare il Formulario di Identificazione dei Rifiuti, un documento essenziale per distinguere i diversi tipi di RAEE e garantire il loro corretto trattamento una volta che sono consegnati al centro di smaltimento autorizzato. 


Nonostante l’importanza fondamentale del conferimento dei RAEE professionali, le attività di sensibilizzazione e gli interventi sul territorio sono principalmente rivolti al cittadino - ad esempio, campagne di sensibilizzazione, sviluppo di applicazioni per rendere più snello il conferimento o interventi per migliorare la qualità delle stazioni ecologiche. Si delinea quindi sempre più la necessità di facilitare il corretto conferimento anche nelle aziende: da un lato, snellendo la burocrazia per conferire correttamente i RAEE aziendali e, dall’altro, aumentando i controlli per verificare una adeguata gestione e conferimento di questi rifiuti, che stanno diventando sempre più importanti per la sostenibilità ambientale ed economica.


Fonti: 

Elaborazione The European House – Ambrosetti & Erion WEEE su dati CommissioneEuropea, 2022. https://erion.it/it/news/studio-ambrosetti-erion-e-allarme-per-il-mancato-recupero-delle-materie-prime-critiche-a-rischio-564-miliardi-di-euro-della-produzione-industriale-italiana/ 

Federico Turrisi, 2021: “Alla ricerca dei “Raee fantasma”: dove finiscono i rifiuti elettronici che non vengono riciclati?” https://www.ohga.it/alla-ricerca-dei-raee-fantasma-dove-finiscono-i-rifiuti-elettronici-che-non-vengono-riciclati/